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Lettera aperta agli utenti della Biblioteca Santena

“Per fare la pace ci vuole coraggio, molto più che per fare la guerra.
Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo.”
Data:
Venerdì, 24 Ottobre 2025
Lettera aperta agli utenti della Biblioteca Santena

Descrizione


“Per fare la pace ci vuole coraggio, molto più che per fare la guerra.
Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo.”



Queste parole pronunciate da Papa Francesco rappresentano lo spirito che anima ogni uomo di pace.


Nel contesto del conflitto in Medio Oriente tra Israele e la popolazione palestinese, assistiamo a una situazione sempre più drammatica.
Quando un esercito è schierato contro una popolazione civile, quando vengono uccisi bambini, madri, medici, giornalisti, quando si distruggono ospedali, scuole, luoghi di culto di ogni religione — tutto questo non può più essere considerato soltanto una guerra: è un atto disumano che calpesta i più elementari principi del diritto e dell’etica.


Quando si nega l’accesso a cure mediche, cibo e acqua; quando si costringono migliaia di persone a spostarsi in cerca di sopravvivenza e si apre il fuoco su chi è in fila per un tozzo di pane, non siamo più di fronte a un conflitto tra eserciti, ma a una profonda emergenza umanitaria che interpella la coscienza di tutti.


Dopo mesi di devastazione e dolore, un cessate il fuoco è stato finalmente dichiarato nella Striscia di Gaza. È un primo passo, tanto atteso quanto fragile, che ha portato con sé la speranza di uno scambio di ostaggi e di una tregua nella violenza.


Ma la realtà sul terreno resta gravissima: decine di migliaia di vittime civili, una popolazione stremata e un territorio completamente distrutto, dove non esistono più case, scuole, ospedali, acqua potabile, né cibo sufficiente.


Oggi, centinaia di migliaia di persone cercano di tornare in un luogo che non riconoscono più come casa, perché la casa non esiste più.
Non possiamo accettare che, dopo la distruzione di intere città, venga messo in discussione il diritto all’assistenza umanitaria, che deve restare incondizionato, immediato e libero.


Chiediamo, con fermezza e senza ambiguità, che vi sia un accesso immediato, libero e sicuro per tutte le organizzazioni umanitarie internazionali, affinché possano portare assistenza, ricostruire i servizi essenziali e garantire protezione ai civili. È un principio basilare del diritto internazionale, troppo spesso ignorato.


I padri costituenti, dopo aver vissuto sulla propria pelle l’orrore della guerra e della disumanizzazione, scrissero una Costituzione fondata su valori come uguaglianza, solidarietà, pace e dignità della persona.


Albert Einstein disse:



“La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire.”



E aveva ragione. Ogni guerra è un atto di disumanizzazione. Quello che sta accadendo oggi a Gaza è tra i più gravi e dolorosi esempi di perdita dell’umanità che la storia recente ricordi.


Come Consiglio di Biblioteca, riteniamo doveroso esprimere una voce che richiami ai valori universali della pace, del rispetto e della dignità umana.
Una voce non politica, ma culturale ed etica. Una voce che si unisce a quelle di tanti uomini e donne nel mondo che chiedono la fine della violenza e il rispetto dei diritti umani.


Concludiamo con le parole di Oriana Fallaci:



“Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell’uomo.”



Il Consiglio di Biblioteca



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Ultimo aggiornamento

24/10/2025 09:25




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